Oltre le mura

La storia di Guastalla vanta origini precedenti allo sviluppo dell’attuale centro storico.
I primi insediamenti nacquero infatti nella zona rurale adiacente alla città. Qui, lungo gli assi viari principali che collegano il centro con le frazioni, il visitatore può immergersi nella suggestione delle pievi romaniche, visitare gli edifici religiosi nel cuore delle frazioni, scoprire le costruzioni rurali di un’epoca passata e le ville suburbane ancora oggi in uso.

BASILICA DI PIEVE

È il più antico edificio religioso del guastallese ed uno dei più antichi della provincia. Risalente nella sua forma primitiva a prima del secolo X, la Basilica è ora intitolata ai SS. Apostoli Pietro e Paolo. I documenti pervenuti fino a noi ci tramandano la sua consacrazione a pieve nel 997 da parte di Papa Gregorio V. Fu sede nel 1095 di un Sinodo che vide la presenza di Urbano II (il papa della prima crociata) e, qualche anno dopo nel 1106, di un Concilio indetto da papa Pasquale II e Matilde di Canossa. Negli oltre mille anni della sua storia subì varie trasformazioni, culminate nel radicale restauro del 1931 che le conferì l’attuale conformazione. Nell’abside della navata destra si trova una Madonna di pregevole fattura dell’artista modenese Guido Mazzoni, attivo nella metà del ‘400 e stimato come il più grande scultore emiliano del tempo. Nell’abside di sinistra si conserva un Crocefisso ligneo databile al XVI secolo, di recente restauro.

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ORATORIO DI SAN GIORGIO

Questo piccolo presidio religioso di forme romaniche fu realizzato intorno al X secolo in posizione strategica nei pressi del Po. A causa delle inondazioni, l’oratorio rimase per circa due secoli semisommerso dall’acqua fino all’altezza degli archi delle colonne. Oggi vediamo l’edificio ripristinato nello stile originario grazie al recupero che si è concluso negli anni sessanta. La facciata è stata ricostruita seguendo le tracce, riemerse dal restauro, dell’edificio precedente alle modifiche strutturali del XVI secolo. L’edificio conserva ancora alcuni affreschi del periodo barocco. Degna di nota è la formella altomedievale dell’Agnus Dei, proveniente dagli scavi della vicina basilica di Pieve, inserita nell’altare.