Teatro Ruggeri

ICONOGRAFIA DEL TEATRO

All’interno del Teatro si possono ammirare i fregi del boccascena originari dell’epoca ottocentesca.  Il grande affresco del soffitto raffigura Talia, la musa della commedia e della tragedia, mentre compone versi traendo ispirazione dal cielo, e l’allegoria di Guastalla, una giovinetta seduta in un prato che mostra lo stemma di Guastalla, “il Leone rampante”, con accanto una cornucopia, simbolo di ricchezza ed abbondanza. Sullo sfondo si intravede il fiume Po.

Spostandoci verso l’ingresso, l’attenzione viene catturata da altri affreschi, se pur di minore interesse, che raffigurano i maggiori autori di melodramma: Verdi, in posizione centrale, Donizzetti, Ponchielli, Bellini, Rossini.

RUGGERO RUGGERI

Ruggero Ruggeri è stato uno dei più importanti attori italiani di fine ‘800 ed inizi ‘900.

La madre, Corinna Casazza, faceva parte di una facoltosa famiglia guastallese e, dopo il matrimonio con Augusto Ruggeri nel 1870, si trasferì a Fano dove il marito era preside di un liceo.
Qui Ruggero nacque il 14 novembre 1871. La famiglia lasciò la cittadina marchigiana già nel 1872, in seguito a pubblici attacchi subiti dal professor Augusto da parte di alcuni genitori dei suoi alunni. I Ruggeri si spostarono in varie città del centro-nord, tra cui Firenze (dove Ruggero fece le scuole elementari), Perugia (dove il futuro attore frequentò il ginnasio), Bologna (dove Ruggero iniziò il liceo classico), Lodi e Parma.

Nel 1886, dopo la morte improvvisa del padre, Ruggero e la madre si trasferirono a Guastalla dove lui proseguì gli studi e successivamente si trasferì a Bologna per studiare teatro. Ruggeri manterrà per tutta la vita contatti con il paese d’origine della madre, tanto che Guastalla gli donò la cittadinanza onoraria nel 1926, e, alla sua morte, gli intitolò il teatro comunale.  Alla morte della madre nel 1923, l’attore intraprese un lungo viaggio in Europa e nell’America settentrionale. In Francia conobbe la sua futura moglie, Germaine Darcy, che sposò il 4 marzo 1926. I due avrebbero poi vissuto sino alla fine a Milano, città d’adozione del Ruggeri. Nel 1951, in occasione delle nozze d’argento, la Domenica del Corriere dedicò loro la contro-copertina firmata da Walter Molino.

Il suo esordio risale al 1888 nella Agnese di Felice Cavallotti a Cassino. Dopo aver recitato con diverse compagnie teatrali, diventa “primo attore” nella compagnia Città di Torino. Il suo nome compare sui grandi cartelloni e la critica si accorge di lui. Negli anni Dieci del ’900, Ruggeri diventò direttore. Fu uno scultore di talenti, inflessibile e severo; solitario, schivo e restio a rilasciare interviste. La sua forza espressiva non ebbe eguali e, se durante le sue performance, avvertiva qualche fischio o qualche segno di nervosismo, si bloccava e fissava il pubblico; riprendendo a recitare solo dopo che il silenzio si era ristabilito.

Celebre rimase la sua interpretazione del personaggio di Aligi ne La figlia di Iorio di Gabriele D’Annunzio, di cui fu il primo interprete e che riprese anche a distanza di trent’anni sul palcoscenico del Teatro Argentina di Roma nella celebre messa in scena nell’ottobre del 1934 affidata alla regia di Luigi Pirandello, assistito da Guido Salvini, con Marta Abba prima attrice e scene e costumi di Giorgio de Chirico.

Il pirandelliano Enrico IV fu forse la sua migliore interpretazione. Pirandello scrisse l’opera pensando proprio alla interpretazione di Ruggeri. Messa in scena per la prima volta al Teatro Manzoni di Milano, la pièce viene ripetuta per le successive dieci sere, a teatro esaurito. La sua entrata non fu accompagnata da clamori: insinuandosi nel pubblico, apparve davanti agli spettatori quasi per caso. Lo stesso spettacolo, venne rimesso in scena il 24 maggio 1953, al Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare di Napoli da un Ruggeri ormai ottantaduenne.

Il drammaturgo siciliano aveva offerto al Ruggeri un ruolo già in Così è (se vi pare), ma l’attore aveva rifiutato, accettando invece di vestire i panni del protagonista Angelo Baldovino ne Il piacere dell’onestà, che, debuttando nel novembre 1917 al Teatro Carignano di Torino, diventò la prima opera pirandelliana ad avvalersi della presenza di Ruggeri, che da quel momento diventerà il principale interprete dei suoi testi. Nel 1921 Pirandello scrisse la parte del padre dei Sei personaggi in cerca d’autore pensando a Ruggeri, ma, a causa di precedenti impegni presi dall’attore, dovette affidarlo alla compagnia di Niccodemi con Vera Vergani e Luigi Almirante. Tuttavia il 28 novembre 1936 Ruggeri lo portò in scena al Teatro Argentina di Roma, replicandolo per sette sere e ottenendo un enorme successo.

Capocomico e primo attore accanto alle maggiori attrici del momento, come Emma Gramatica, Marta Abba, Lyda Borelli e Wanda Capodaglio, venne apprezzato anche all’estero ove fece fortunate tournée. Protagonista in diversi film, tra cui La vedova, tratta dal romanzo di Renato Simoni, I promessi sposi di Mario Camerini, in cui impersonava il Cardinale Borromeo, e Sant’Elena, piccola isola, nel quale diede vita ad un patetico Napoleone Bonaparte; diede la voce al Signore nei celeberrimi film Don Camillo e Il ritorno di Don Camillo.

Ruggero Ruggeri morì il 20 luglio 1953 a Milano per complicazioni polmonari.